
Gemme sconosciute
Una “gemma” – per dirla con Aldo Vella – sconosciuta ai più. Anzi un vero “tesoro” poco apprezzato in relazione al suo valore storico-culturale e per la stessa tradizione storica della nostra città. Insieme con la chiesa di San Giorgio Vecchio, si può considerare il monumento/testimonianza più antico che abbiamo a San Giorgio a Cremano.
Proprio per questo motivo ho messo la foto della preziosa tavola medioevale col volto di Sant’Aniello in evidenza ed in posizione centrale sulla copertina del mio nuovo libro in corso di stampa sulla toponomastica moderna di San Giorgio a Cremano “Dall’Arso a Troisi” (ora si può prenotare cliccando sul link posto sulla homepage del mio sito www.giuseppe improta.it).
Un grande latinista ed esperto d’arte cristiana, il canonico napoletano Gennaro Aspreno Galante, che spesso soggiornava e studiava nella sua villa sangiorgese (una lapide postavi dal Comune ora ricorda la sua figura), ha attribuito questa tavola al XIV secolo per le sue caratteristiche goticheggianti.
Per i napoletani (Sant’Aniello è un compatrono di Napoli) costituisce perciò una testimonianza eccezionale del culto al santo monaco “guaritore” e per i sangiorgesi anche un prezioso ricordo non solo della chiesa a lui dedicata ed esistente sul nostro territorio nel medioevo, ma anche del toponimo “Sant’Aniello a Cremano” usato per indicare per circa due secoli un casale, ricco e numeroso, poi confluito in quello più antico di “San Giorgio a Cambrano”.
La tavola, prima appartenuta al casale e poi all’Università (il Comune) di San Giorgio, ora appartiene alla famiglia divenuta, a seguito di una lunga vicenda giudiziaria, proprietaria della Cappella (e del dipinto in essa un tempo collocato).
Urge un restauro dell’antica tavola di Sant’Aniello. I cittadini di San Giorgio, gli studenti che studiano in una scuola dedicata a Sant’Aniello, gli amministratori col Sindaco a capo, riusciranno a trovare una delle nuove e moderne forme per raccogliere la somma necessaria al restauro di una nostra preziosa testimonianza storico-artistica?
La Chiesa di Sant’Agnello, dove nel ’44 ho fatto la prima comunione. Parroco Giorgio Minervini e vice Ciccillo, Francesco Ariani. E’ stato uno dei due poli, assieme alla Chesa del Cimitero, delle origini di San Giorgio a Cremano. Erano i tempi in cui, con altri ragazzi della mia età, frequentavamo la Chiesa e ci alternavamo anche da chierichetti. Oltre all’immagine del santo, faceva parte dell’altare una pensilina con la statua di Sant’Aniello, a sinistra, e Santa Lucia, a destra, sopra gli ingressi per la sacrestia. Il 13 e 14 dicembre ( la giornata “si allunga cù nu pass ‘e pucuriello”), festa di Santa Lucia e il giorno dopo Sant’Aniello, la Chiesa era aperta dalle 8 del mattino fino alla sera tardi con continue Messe a distanza di un’ora. Sui due marciapiedi di via Botteghelle, senza soluzione di continuità, si vendeva il bambiniello nella culla con una folla che comprava nelle due giornate. Ricordo che mia sorella sovvenziò la costruzione della pensilina su l’altare. Adesso, dopo la ristrutturazione, avvenuta diversi anni fa (a proposito, fu fatta anche una grossa colletta per l’acquisto dei banchi per i fedeli con su le targhette con i nomi dei sottoscrittori. Cissà che fine hanno fatto quei soldi. Non pochi !!) è chiusa e molte cose sono traslocate nella Parrocchia dell’Addolorata al Largo Arso. La chiesa, proprietà privata, fa parte di un fabbricato, che ha anche il vincolo della Svraintendenza per la dimora-riposo di San’Alfonso Maria de’ Liguori nei suoi trasferimenti da Napoli a Pagani. Evidentemente, a quei tempi a piedi, al massino, in calesse. Tanto importante da non permetterne l’abbatterne l’abbattimento per eliminare il grosso ingorgo di traffico per via Botteglelle.